Liquirizia

Glycyrrhiza glabra L.

Famiglia: Leguminosae

La Liquirizia è una leguminosa erbacea, perenne, originaria dell’area Mediterranea meridionale. Possiede dei piccoli fiori blu-violacei riuniti in racemi e il frutto è il legume contenente 2-5 semi brunastri. La radice è la droga vegetale che viene raccolta in autunno, dopo 3-4 anni di crescita, ed essiccata per essere utilizzata nelle varie preparazioni. Le prime testimonianze sull’uso della Liquirizia come medicinale derivano dagli antichi egizi. In Cina era utilizzata già 5000 anni fa.

Droga vegetale

Radice

Costituenti chimici

La radice contiene principalmente saponine triterpeniche (4-20%), in particolare glicirrizzina costituita da sali di potassio e calcio dell’acido 18beta-glicirrizico, che è 50 volte più dolce del saccarosio. La glicirrizzina, più concentrata sulla corteccia della radice (2-15%), è un importante costituente bioattivo della pianta poiché possiede un ampio spettro di proprietà farmacologiche ed è universalmente utilizzato come dolcificante naturale. Altri componenti chimici sono: acido flavonoidi, responsabili del colore giallo, tra cui liquiritigenina e i suoi glucosidi; isoflavonoidi; fitosteroli, cumarine e altri composti minori che variano in funzione dell’area geografica in cui vive la pianta.

Indicazioni e modalità d’uso

Le proprietà terapeutiche della pianta derivano principalmente dall’attività biologica della glicirrizzina e del suo aglicone, l’acido 18beta-glicirrizico. Il meccanismo d’azione è stato dimostrato da numerosi modelli sperimentali in vivo e in vitro: la glicirrizzina, per idrolisi, libera l’acido gliciterrico che inibisce la reduttasi epatica dei corticosteroidi e stimola direttamente la produzione di ormoni surrenalici. Questo porta al rallentamento del catabolismo dei corticosteroidi endogeni e all’aumento della concentrazione plasmatica di cortisolo e aldosterone.

La glicirrizzina è una sostanza dotata anche di proprietà citoprotettive, antinfiammatorie e cicatriziali della mucosa gastrica e duodenale. Per questo è tradizionalmente utilizzata nella cura e prevenzione delle gastriti e gastro-duodeniti di varia natura (da FANS, alcool, cortisonici), mucositi da chemioterapici, ulcere gastriche e duodenali. Inoltre, all’azione della glicirrizzina si associa quella antispastica dei flavonoidi che agiscono direttamente sulla muscolatura liscia.

Un’altra attività farmacologia che emerge dagli studi in vitro riguarda la sua azione come antiretrovirale nelle epatiti di tipo B e C (per probabile stimolazione di produzione di Interferone) con effetto epatoprotettore; agisce inibendo l’attività citotossica delle cellule T nei confronti degli epatociti riducendo il rischio di cancerizzazione nel caso di virus C. L’efficacia è stata pure confermata con studi clinici.

Il fitocomplesso estratto dalla pianta è oggetto di continui studi sperimentali molti dei quali hanno già dimostrato come la pianta abbia anche efficaci azioni come immonomodulatore, aumentando la fagocitosi neutrofila, la produzione di Interferone-gamma, modulando il rilascio d’istamina, prostaglandine e leucotreni e perossidi immunocorretati.

Le indicazioni terapeutiche della Liquirizia riportate nella monografia dell’Agenzia Europea dei Medicinali, si basano esclusivamente sul suo impiego di lunga durata e non sui dati provenienti da studi clinici, ritenuti ancora non completamente esaustivi. In particolare, il campo di applicazione della pianta riguarda il suo uso nel trattamento di disturbi digestivi, come bruciore di stomaco e dispepsia, e come espettorante antitussivo.

Le preparazioni riportate in Farmacopea Europea consistono in estratti secchi o fluidi standardizzati. I primi trovano più applicazione come aromatizzanti e sono standardizzati al 5-7% di acido 18beta-glicirrrizico. L’estratto secco è una polvere giallo-brunastra dal sapore molto dolce. L’estratto fluido, dal colore marrone scuro odore caratteristico e gusto dolce, viene standardizzato al 3-5 % di acido 18beta-glicirrrizico.

L’estratto di Liquirizia è spesso disponibile in formulazioni che contengono in associazione altre piante, come la camomilla, l’aloe e il mirtillo, i cui antocianosidi esplicano un’azione sinergica a quella della Liquirizia potenziandone l’attività antinfiammatoria e cicatriziale della mucosa gastrica e duodenale.

Per il sapore gradevole, la Liquirizia è utilizzata in liquoristica e in pasticceria come aromatizzante  dolcificante, in erboristeria come correttore del sapore di tisane e sciroppi e per l’inscurimento della birra.

Avvertenze

Un utilizzo eccessivo o eccessivamente prolungato può portare alla sindrome ipermineralocorticoide/iperaldosteronica, con ipernatremia, ipopotassiemia, edema, ipertensione, disturbi cardiaci.

Gli effetti collaterali sono stati documentati a dosaggi superiori a 50 g/die o con utilizzo molto prolungato (> 6 settimane).

Occorre prestare attenzione all’interazione con farmaci diuretici e digitalici.

Referenze

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